Ipoteca

Cass. Civ., Sez. VI, ordinanza 6 ottobre 2017, n. 23453

“L’ordinanza di acquisizione gratuita al patrimonio indisponibile del Comune della costruzione eseguita in totale difformità o assenza della concessione, emessa dal Sindaco ai sensi dell’art. 7 della legge n. 47 del 1985, che si connota per la duplice funzione di sanzionare comportamenti illeciti e di prevenire perduranti effetti dannosi di essi, dà luogo ad acquisto a titolo originario, con la conseguenza che l’ipoteca e gli altri eventuali pesi e vincoli preesistenti vengono caducati unitamente al precedente diritto dominicale, senza che rilevi l’eventuale anteriorità della relativa trascrizione e/o iscrizione”

Forma scritta e contratti “innestati”

Cass. Civ., Sez. I, ordinanza 25 settembre 2017, n. 22278

“Fermo restando l’onere di forma scritta dei contratti bancari di cui all’art. 117 T.U.B., il requisito di forma può ritenersi rispettato ogniqualvolta esista un contratto validamente sottoscritto le cui condizioni regolino anche quelle di un diverso contratto bancario che sul primo si innesti”

Le Sezioni Unite escludono la configurabilità della c.d. usura sopravvenuta

Cass. Civ., Sez. un., sentenza 19 ottobre 2017, n. 24675

"Allorché il tasso degli interessi concordato tra mutuante e mutuatario superi, nel corso dello svolgimento del rapporto, la soglia dell'usura come determinata in base alle disposizioni della legge n. 108 del 1996, non si verifica la nullità o l'inefficacia della clausola di determinazione del tasso degli interessi stipulata anteriormente all'entrata in vigore della predetta legge, o della clausola stipulata successivamente per un tasso non eccedente tale soglia quale risultante al momento della stipula; né la pretesa del mutuante di riscuotere gli interessi secondo il tasso validamente concordato può essere qualificata, per il solo fatto del sopraggiunto superamento di tale soglia, contraria al dovere di buona fede nell'esecuzione del contratto"

Interest risk swap con up front

Cass. Civ., Sez. III, sentenza 28 luglio 2017, n. 18781

“Non è nullo il contratto di Interest risk swap con up front, e dunque con un effettivo finanziamento iniziale da restituire, ove nei concreti rapporti contrattuali stipulati tra le parti non risulta alcuna commistione fra la causa aleatoria dell’Interest risk swap e la causa del sottostante rapporto di finanziamento né l’alterazione del rischio a carico dell’operatore commerciale”

Contratti IRS

Cass. Civ., Sez. I, sentenza 31 luglio 2017, n. 19013

“Nel valutare, ai sensi dell’art. 1322 cod. civ., la meritevolezza degli interessi perseguiti con un contratto derivato IRS, il giudice non può comunque prescindere dalle prescrizioni normative di cui all’art. 21 TUF e all’art. 26 Regolamento Consob n. 11522, nonché per i contratti IRS con funzione di copertura, dalla verifica dell’effettivo rispetto delle condizioni stabilite dalla Consob con la Determinazione del 26 febbraio 1999 ”

Inadempimento degli obblighi informativi e risoluzione del contratto di investimento

Cass. Civ., Sez. I, ordinanza 31 agosto 2017, n. 20617

"La circostanza che l’investitore abbia in precedenza investito in titoli speculativi non esonera l’intermediario finanziario dall’adempiere all’obbligo informativo, ancorché l’investitore rifiuti di fornire informazioni sul proprio profilo di rischio; pertanto, l’intermediario deve essere condannato a restituire all’investitore il valore dei c.d. Cirio bond acquistati e finiti in default, a causa dell’inadempimento dell’obbligo informativo”

Revocatoria fallimentare

Cass. Civ., Sez. I, 25 agosto 2017, n. 20387

“In materia di fallimento le rimesse milionarie effettuate da una società a una banca non possono essere assoggettate a revocatoria fallimentare anche nell’eventualità in cui l’istituto di credito conosca l’esistenza di due pignoramenti presso terzi. L’esistenza di queste circostanze fattuali poteva sicuramente indurre in sospetto la banca ma costituisce un elemento indiziario non grave e concordante se neutralizzato dal pagamento immediato di uno dei due debiti e dall’accantonamento delle somme per saldare il secondo, tanto più che la società aveva un fatturato di gran lunga superiore rispetto all’esiguità del debito esistente”