29 Maggio 2007

Cinture di sicurezza: il giudice non può dedurne il mancato uso dal semplice referto del pronto soccorso

“Al fine di affermare il concorso di colpa del trasportato nell’entità delle lesioni subite a seguito di un sinistro stradale, il mero esame del referto di pronto soccorso non è funzionalmente e scientificamente diretto alla verifica della compatibilità delle lesioni mortali con l’utilizzo o meno delle cinture di sicurezza, e dunque può costituire un indizio, non univoco, da consolidare attraverso l’indicazione di ulteriori elementi di prova”.

Con la sentenza in epigrafe la Terza Sezione della S.C. ha cassato una pronuncia della Corte di Appello di Napoli che aveva riconosciuto il concorso di colpa nell’entità delle lesioni subite dagli eredi dell’attore a seguito di un sinistro stradale sulla base del semplice referto di pronto soccorso. _x000d_
In particolare, secondo la Corte di Cassazione il giudice di appello, in mancanza di elementi diretti di prova e di una specifica indagine istruttoria sul punto, essenzialmente di ordine tecnico (sulla cinematica dell’incidente e sull’accertamento sul mezzo dell’uso delle cinture), ha errato nel dedurre, dal mero esame del referto ospedaliero, che il trasportato non indossava la cintura di sicurezza al momento dell’incidente. _x000d_
Il referto di pronto soccorso, in tale ottica, costituisce un indizio non univoco da consolidare attraverso l’indicazione di ulteriori elementi di prova, elementi questi ultimi che nel caso di specie risultano favorevoli alla vittima, posto che “gli unici tecnici intervenuti sul teatro dell’incidente, ispezionata la macchina, non hanno rilevato il mancato utilizzo delle cinture, che avrebbero dovuto risultare integre anche nel meccanismo di arresto dopo il violentissimo urto per la uscita dell’auto fuori dalla strada e per l’impatto contro il muro”. _x000d_