La divergenza tra ISC e TAEG non determina la nullità del contratto

Trib. Bologna, Sez. III, sentenza 9 gennaio 2018, n. 34

L’indicatore sintetico del costo non ha alcuna funzione o valore di “regola di validità” del contratto, poiché è un mero indicatore sintetico del costo complessivo del contratto e non incide sul contenuto della prestazione a carico del cliente ovvero sulla determinatezza o determinabilità dell’oggetto contrattuale, definita dalla pattuizione scritta di tutte le voci di costi negoziali. L’erronea indicazione dell’ISC, pertanto, non può condurre alla nullità del contratto

Insidia stradale – Prevedibilità e non visibilità della buca – Colpa del danneggiato

Corte di Cassazione, sezione sesta civile, ordinanza 30 gennaio 2018, n. 2298 (pres. Amendola – rel. Sestini)

Al fine di integrare l’insidia stradale ai sensi dell’art. 2043 c.c., è necessaria la ricorrenza degli elementi della prevedibilità e della non visibilità del pericolo; sicché deve escludersi la responsabilità dell’amministrazione comunale nel caso in cui sia possibile avvistare le buche stradali con una condotta di guida più attenta alle condizioni del manto stradale (tenuto anche conto dell’ampiezza dell’avvallamento e dell’orario “centro-diurno” in cui si è verificato il sinistro).

Il contratto-quadro sottoscritto dal solo investitore è valido

Cass. Civ., Sez. un., sentenza 16 gennaio 2018, n. 898; Cass. Civ., Sez. un., sentenza 23 gennaio 2018, n. 1653

Il requisito della forma scritta del contratto quadro relativo ai servizi di investimento, disposto dall’art. 23 del d.lgs. 24/2/1998, n. 58, è rispettato ove sia redatto il contratto per iscritto e ne venga consegnata una copia al cliente, ed è sufficiente la sola sottoscrizione dell’investitore, non necessitando la sottoscrizione anche dell’intermediario, il cui consenso ben si può desumere alla stregua di comportamenti concludenti dallo stesso tenuti.

Incapacità a testimoniare del litisconsorte facoltativo

Corte di Cassazione, sezione II civile, sentenza 5 gennaio 2018, n. 167 (pres. Mazzacane – rel. Lorenzo)

L’incapacità a deporre prevista dall’art. 246 c.p.c. si verifica solo quando il teste è titolare di un interesse personale, attuale e concreto, che lo coinvolga nel rapporto controverso, alla stregua dell’interesse ad agire di cui all’art 100 c.p.c., sì da legittimarlo a partecipare al giudizio in cui è richiesta la sua testimonianza, con riferimento alla materia che ivi è in discussione, non avendo invece rilevanza l’interesse di fatto a un determinato esito del giudizio stesso – salva la considerazione che di ciò è tenuto a fare il giudice nella attendibilità del teste –, né un interesse, riferito ad azioni ipotetiche, diverse da quelle oggetto della causa in atto, proponibili dal teste medesimo o contro di lui, a meno che il loro collegamento con la materia del contendere non determini già concretamente un titolo di legittimazione alla partecipazione del giudizio.

Indennizzo diretto – Responsabile – Litisconsorte necessario

Corte di Cassazione, sezione VI-3, ordinanza 8 giugno – 20 settembre 2017, n. 21896 (pres. Frasca – rel. Cirillo)

In materia di assicurazione obbligatoria della responsabilità civile per la circolazione dei veicoli, nella procedura di risarcimento diretto di cui al d.lgs. 7 settembre 2005 n. 209, art. 149, promossa dal danneggiato nei confronti del proprio assicuratore, sussiste litisconsorzio necessario, analogamente a quanto previsto dall’art. 144, comma 3, del medesimo decreto, nel confronti del danneggiante responsabile.